La mixology e le sue tecniche di miscelazione, oggi celebrate come un’arte raffinata e multidisciplinare, affondano le loro radici nei monasteri medievali, passano attraverso i saloon del Vecchio West e raggiungono le barre molecolari contemporanee. Ogni tecnica di miscelazione ha una sua storia, una funzione e un impatto sensoriale unico. Capire queste tecniche significa entrare nel linguaggio della mixology e padroneggiare la grammatica che trasforma semplici ingredienti in esperienze memorabili.

Dal Proibizionismo a Jerry Thomas
Considerato il padre della mixology moderna, Jerry Thomas ha codificato molte delle tecniche oggi utilizzate nel suo manuale “How to Mix Drinks” del 1862. Durante il proibizionismo americano, le tecniche di miscelazione venivano affinate per mascherare la bassa qualità degli alcolici di contrabbando. Oggi, grazie anche all’International Bartenders Association, queste tecniche sono state standardizzate e portate a livelli professionali in tutto il mondo.
1. Shake & Strain – Energia e Controllo
Lo shake consiste nell’agitare energicamente ingredienti con ghiaccio in uno shaker, per miscelarli, raffreddarli e incorporarvi aria. Viene poi filtrato (strain) per ottenere un cocktail liscio e senza ghiaccio. Cocktail come il Daiquiri, il Margarita e il Whiskey Sour utilizzano questa tecnica per amalgamare succhi, sciroppi e distillati.
2. Stir & Strain – Eleganza e Precisione
Ideale per cocktail a base alcolica come Martini o Manhattan, questa tecnica prevede la miscelazione in un mixing glass con bar spoon e successiva filtrazione. Preserva la trasparenza del drink e ne controlla la diluizione senza aerarlo.
3. Build – La Costruzione Diretta
Utilizzata per drink semplici e veloci come Negroni o Gin Tonic, questa tecnica prevede la preparazione direttamente nel bicchiere di servizio. La precisione nella sequenza degli ingredienti e l’equilibrio con il ghiaccio sono fondamentali per evitare eccessiva diluizione.

4. Muddling – Estrazione Aromatica
Utilizzata per cocktail come Mojito e Caipirinha, prevede la pressione delicata di frutta, zucchero ed erbe aromatiche per rilasciarne aromi e oli essenziali. Un muddler in legno o acciaio è lo strumento chiave. Pressioni troppo forti possono rilasciare note amare, specialmente con erbe come la menta.
5. Blending – Potenza e Velluto
Perfetta per cocktail frozen come Piña Colada o Daiquiri, questa tecnica utilizza il blender per miscelare ingredienti e ghiaccio. La quantità di ghiaccio e la potenza del frullatore determinano consistenza e temperatura finale.
6. Layering – La Scienza della Stratificazione
Tecnica usata per creare cocktail visivamente scenografici come il B52. Si sfrutta la diversa densità degli ingredienti, versandoli lentamente sul dorso di un cucchiaio o sulla parete del bicchiere. L’effetto finale è un cocktail a strati.
7. Throwing – Miscelazione Aerea
Tecnica scenografica nata con il Blue Blazer di Jerry Thomas. Consiste nel travasare ripetutamente il liquido da un recipiente all’altro da un’altezza variabile, per ossigenarlo e amalgamarlo con delicatezza. Ideale per drink a base di vermouth o sherry.
8. Rolling – Fluidità e Controllo
Simile allo stirring, ma con un movimento più dinamico tra due contenitori. Perfetto per drink con ingredienti densi come il Bloody Mary. Permette di mescolare senza rompere la texture del liquido.
9. Swizzling – Tradizione Tropicale
Tecnica originaria dei Caraibi, utilizzata per cocktail tropicali serviti con ghiaccio tritato. Si realizza con uno swizzle stick ruotato tra i palmi per creare un effetto “tornado” che raffredda rapidamente il bicchiere.
10. Dry Shake e Reverse Dry Shake – La Schiuma Perfetta
Utilizzate per cocktail con albume (es. Whiskey Sour), queste tecniche separano la fase di emulsione da quella di raffreddamento. Nella versione “dry”, si shakera prima senza ghiaccio, nella “reverse” il contrario. L’aggiunta di una molla nel tin aiuta a montare meglio le proteine.
Le Tecniche Insegnate in Raise The Bar di Ad Horeca
Nel percorso formativo “Raise the Bar” di Ad Horeca – disponibile in tre livelli: base, intermedio e avanzato – queste tecniche vengono insegnate con approccio pratico, scientifico e culturale. Oltre alla teoria, ogni allievo impara a padroneggiarle in sessioni pratiche. Scopri di più qui: https://adhoreca.it/corsi/raise-the-bar/in-aula/
La Tecnica come Narrazione
Ogni tecnica racconta una storia, evoca un’epoca e un luogo. Conoscere e padroneggiare queste 10 tecniche è il primo passo per creare cocktail che non siano solo buoni, ma memorabili.