Un’intervista esclusiva a Piero Lacca, uno dei fondatori di Old Fashion, un’iconica destinazione per il food&beverage che ha fatto il grande salto da Taranto a New York City grazie alla formazione professionale fornita da Ad Horeca.
1. Raccontaci un po’ come nasce l’idea di aprire il primo locale a Taranto e poi da li il grande salto nella Big Apple
Nel lontano 1998, l’entusiasmo e la visione rivoluzionaria di mio zio Aldo e dei miei genitori diedero vita al suggestivo Old Fashion a Taranto, un audace mix di cocktail bar americano e caffetteria. Il successo travolgente costrinse il locale a rimanere aperto senza sosta per tre anni, catapultandomi in un mondo che avrebbe modellato il mio destino. Crescendo tra le atmosfere del locale, ho contribuito al progetto con i miei fratelli, veri pilastri senza i quali nulla di ciò sarebbe stato possibile. Insieme, abbiamo portato avanti la filosofia del cocktail bar, conquistando persino il prestigioso titolo di secondo miglior cocktail bar d’Italia.
L’idea di espanderci a New York emerse durante una vacanza trasformativa con i miei fratelli. In quella città dinamica, percepii immediatamente il potenziale straordinario e l’opportunità di esportare il nostro brand unico. E così, senza esitazioni, ci troviamo qui.
2. Quali corsi hai frequentato in Ad Horeca tu o il tuo team?
Il nostro legame con la formazione professionale si radica nei primi giorni di apertura. Mio zio, dopo un corso illuminante con Planet One, portò in Old Fashion una ventata di innovazione. Intrapresi il percorso verso la notte lavorativa affiancando mio fratello e il destino ci portò ad un incisivo open stage di vodka e rum presso Ad Horeca. In quei tre giorni di immersione totale nel mondo del bar, il nostro trainer Paky riversò in noi una passione che avrebbe incanalato il nostro percorso in maniera irrevocabile. Attraverso questi corsi (incipit, reaise the bar, bar manager, coffee tender) il legame con il nostro team si è fortificato, creando una connessione umana, profonda e duratura.
3. Quanto pensi sia stata ed è importante la formazione professionale? Quanto ha impattato su di te quella di Ad Horeca?
La formazione è il fondamento di ogni successo professionale, una verità che ci è apparsa chiara fin dal primo corso. Ricordo ancora lo sguardo complice tra me e mio fratello durante le parole ispirate di Packy che non smetterò mai di ringraziare. In quel momento, la fiamma della trasformazione fu accesa, e da lì in poi la formazione ha plasmato ogni passo del nostro cammino.
4. Avendone frequentati tanti, c’è un corso di Ad Horeca nello specifico che ti ha dato una spinta importante verso il successo?
Ogni corso di Ad Horeca ha contribuito in modo fondamentale al nostro successo, ma il corso INCIPIT con Paky (attuale trainer ad horeca) è stato la chiave d’accesso al nostro trionfo. In quei giorni intensi, abbiamo appreso le basi indispensabili che avrebbero solidificato la nostra posizione nel settore. Questo percorso ha anche rafforzato i legami all’interno del nostro team, creando un ambiente di lavoro sano e altamente qualificato.
5. Dalla tua esperienza, quali sono le principali differenze tra il mercato del food&beverage italiano e quello americano?
Le diversità tra il mercato italiano e quello americano sono tangibili. In Italia, l’amore e la passione sono i pilastri, con una componente di ego personale nell’ospitalità. In America, invece, regna la praticità e New York ne è l’esempio più concreto. Abbiamo cercato un equilibrio, unendo la nostra passione italiana all’efficienza americana, offrendo un’esperienza memorabile anche nei ritmi frenetici.
6. Quanto conta secondo te la passione per il proprio lavoro?
Nel nostro universo, la passione è l’epicentro di ogni azione, il cuore pulsante che dà vita a tutto. Tuttavia, la chiave del successo, a mio avviso, è unire questa passione alla costanza, un tratto quotidiano che ho ereditato dall’insegnamento dei miei genitori. La passione fornisce la spinta iniziale, ma la costanza è il collante che assicura che, nel nostro percorso, non ci sia spazio per l’arrendersi. In questo mestiere, come nella vita, si può solo salire o scendere, e noi aspiriamo sempre a scalare nuove vette.
7. Ci puoi svelare qualche progetto futuro o sogno nel cassetto?
I progetti futuri sono numerosi, soprattutto vivendo nella vibrante New York, la città delle opportunità. La sfida sta nel selezionare quella più congrua alle nostre aspirazioni. Certamente, il nostro primario obiettivo è far crescere ciò che è stato finora realizzato – da Old Fashion Taranto a Old Fashion NYC, passando per Spicchi e Morsi Pizzeria e Burgers. Attraverso sacrifici, costanza, passione e intrattenimento, intendiamo preservare e ampliare il nostro successo. Inoltre, c’è un nuovo progetto nel cassetto che speriamo di svelare presto, ma per ora rimarrà un segreto 😉
8. La recensione più bella ricevuta da un cliente italiano e da uno americano.
Una recensione toccante da un cliente italiano recita: “Grazie per questi 5 minuti con voi, con questo caffè mi avete cambiato la giornata”. Mentre da un cliente americano, la lode suprema è stata: “Questo locale è stata la scoperta più bella di tutta New York”.